L'allevamento ovino in Valle Verzasca


Al giorno d'oggi la popolazione della valle si è ridotta di ben 10 volte in confronto agli abitanti presenti 50-60 anni fa. Inoltre le persone che sono rimaste in valle raramente continuano a vivere nello stesso modo dei loro antenati. Solo poche famiglie mantengono la tradizione di allevamento di pecore, capre o mucche. Grazie a queste famiglie possiamo ancora vivere alcuni aspetti della vita in Valle Verzasca simile a quella vissuta per centinaia di anni.




Le pecore vengono tosate in primavera. Purtroppo finora il prezzo della lana è cosi basso che alla fine non vale la pena venderla. Ora si cerca di valorizzare la lana indigena con un progetto in fase sperimentale (vedi: Progetto Wool-Ti di Pro Verzasca). Si sta considerando anche altri possibili impiegi della lana come p.es. per isolazione. Una volta che sono state liberate della pesante lana, le pecore sono ben preparate per affrontare la calura estiva.



All'inizio di maggio arriva l'ora della transumanza. Le pecore vengono guidate fino agli alpeggi in modo che possano nutrirsi dell'erba fresca. I pastori partono la mattina presto e il lavoro che fanno è facilitato quando il cane da pastore va assieme a loro.



La prima parte della salita è la piu difficile perche richiede maggior attenzione. Dopo la prima ora circa il gregge trova la via praticamente da solo, guidato da un paio di animali esperti, già abituati alla stessa salita anno dopo anno, impazienti di ritrovarsi finalmente sugli alpi.



Solo i giovani agnelli che seguono il gregge sembrano molto interessati ad esplorare i dintorni, percio richiedono solleciti costanti da parte dei pastori o dal cane che sta di guardia per farli proseguire.



La prima pecora arriva alla meta molto prima dei pastori. Tutta la salita dura circa 4 ore. Dopo qualche settimana sull'alpeggio, arriva il tempo di spostarsi all'altro. Intanto le pecore resteranno sugli alpeggi da sole, non c'e bisogno che i pastori stiano con loro. Si controllano molto spesso.



Era molto interessante unirsi ai pastori per questa salita. Quello che per noi, al giorno d'oggi, significa sentieri escursionistici da percorrere per puro piacere di esplorare delle montagne, una volta faceva parte della dura vita degli abitanti, perciò mantenere il sentiero in buona condizione era molto importante. In diversi momenti il pastore mi indicava le pietre sistemate in modo che rendano il percorso più sicuro per le pecore e gli uomini. Una pietra messa da lui, un'altra dal suo bisnonno.



Text and photos by Rafael Zwiegincew

Ringraziamenti a Armando Foiada, Silvio Foiada, Maria Assunta Foiada per il loro aiuto. 
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